di MARCO CAUSI

All’ordine del giorno dell’Assemblea capitolina è prevista, a partire dal 5 giugno, la nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma. Si tratta di nomine importanti, molto più di quelle dei consigli di amministrazione delle società partecipate dal Comune. Nell’Agenzia non c’è un potere aziendale da gestire, ma un’importante funzione a tutela dei cittadini e della stessa amministrazione comunale.
L’Agenzia è un soggetto terzo e indipendente che controlla tutti i servizi locali erogati a Roma, prodotti sia da aziende pubbliche che da altri soggetti. Il controllo avviene su tre livelli: monitoraggio della qualità del servizio, valutazione dell’adempimento agli obblighi contrattuali, assistenza tecnica al Comune di Roma capitale per l’elaborazione di tutti gli atti amministrativi che regolano la fornitura del servizio. Di quest’ultima funzione l’attuale Giunta comunale si è avvalsa poco, non avendo proceduto al rinnovo ma alla semplice proroga dei più importanti contratti di servizio, redatti negli anni che vanno dal 2004 al 2007.
Il ruolo dell’Agenzia è destinato ad aumentare in futuro per via delle liberalizzazioni (gare) e ancor di più, se andranno avanti, delle privatizzazioni (Acea). Va preservata l’indipendenza dell’Agenzia e la sua autorevolezza, garantita dal 2007 ad oggi dalla presidenza del Prof. Paolo Leon. Il Consiglio è formato da tre componenti e resterà in carica per i prossimi cinque anni. Gli attuali consiglieri non possono essere rinominati, quindi si dovrà procedere a un totale rinnovamento.
E’ indispensabile che la nomina del nuovo Consiglio dell’Agenzia avvenga con procedure trasparenti, con la valutazione dei curricula dei candidati, con lo svolgimento di pubbliche audizioni. Ecco la proposta:
1) si diano 15 giorni per la presentazione dei curricula dei potenziali candidati/e;
2) l’Assemblea capitolina nomini una commissione di tre consiglieri che, assistita da una società specializzata in valutazione dei curricula (a cui viene dato un affidamento gratuito, come stanno facendo Monti e Passera per la scelta dei nuovi vertici delle società elettriche statali), compili una “short list” delle migliori candidature, selezionando almeno sei persone e non più di dodici;
3) le persone selezionate vengano chiamate a una pubblica audizione, da svolgersi presso l’Assemblea capitolina oppure presso la Commissione trasparenza, durante la quale, in non più di trenta minuti per ciascuno, illustrino il loro programma qualora nominati; le audizioni siano totalmente pubbliche, quindi alla presenza degli operatori dell’informazione;
4) a questo punto si proceda al voto in Assemblea capitolina.
A nessuno sfugge che gli orientamenti politico-culturali dei candidati/e avranno un ruolo nella scelta che sarà effettuata dall’Assemblea capitolina e dai diversi gruppi consiliari. Col metodo proposto, però, si garantisce almeno che la scelta verrà effettuata all’interno di una platea selezionata sotto il profilo curriculare e della capacità di proporre un programma per l’incarico da svolgere. Se poi comunque i partiti politici e i consiglieri comunali vorranno fare scelte di basso livello, ciascuno si assumerà le sue responsabilità.

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