intervista a MARCO CAUSI

Il secondo decreto per Roma Capitale «secondo le mie previsioni, comincerà a essere discusso in Commissione bicamerale dal 21 dicembre».
A parlare è Marco Causi, vice presidente della commissione parlamentare per l’attuazione del Federalismo fiscale e assessore capitolino al Bilancio della giunta Veltroni.
Ci sono i margini per approvare il decreto nei 90 giorni previsti?
I tempi ci sono, ma il merito della riforma per ora è modesto. Diciamo che la montagna ha partorito un topolino. La devoluzione alla Regione della scelta delle funzioni da trasferire a Roma ha ridotto i margini del decreto.
Doveva essere direttamente il Governo a stabilire quali funzioni la Regione avrebbe dovuto trasferire a Roma capitale?
Diciamo che in questo dibattito ha prevalso la visione secondo cui la Regione costituzionalmente ha la prerogativa su determinati ambiti. In realtà, c’è anche una visione secondo cui anche Roma, in quanto capitale, ha delle prerogative. In ogni caso, speriamo che la legger legge regionale sia congrua in modo che gli obiettivi della riforma siano ugualmente raggiunti.
A parte i rapporti Regione-Comune, cosa manca in questo decreto?
Mancano le garanzie necessarie a Roma per finanziare le opere pubbliche. Per questo, nell’iter che condurrà il decreto all’approvazione definitiva, proporremo che Roma possa partecipare al Cipe.
Quali sono le priorità sulle funzioni che la Regione dovrà trasferire?
Gli elementi più importanti sono senza dubbio quelli relativi ai trasporti, dello sviluppo economico e sociale, della semplificazione urbanistica.
La legge delega prevede che siano trasferite a Roma risorse adeguate alle nuove funzioni.
Vista l’attuale contingenza economica, credo sarà difficile chiedere maggiori risorse per Roma, per quanto da romano me lo auguro. Ma almeno potrebbe cambiare la metodologia di trasferimento di queste risorse alla capitale, sia attraverso una compartecipazione all’Irpef, sia ad esempio, trasferendo alcuni fondi, come quelli per il Tpl, direttamente a Roma, evitando il passaggio in Regione.

Fonte: Sole 24Ore ROMA 7 dicembre 2011

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