di MARCO CAUSI

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In questa nota vengono illustrati i principali dati sulla gestione del ciclo dei rifiuti a Roma negli ultimi tre anni. Dall’analisi emerge: (a) il sottoutilizzo degli impianti esistenti per il trattamento e lo smaltimento; (b) un notevole e non giustificato incremento dei costi; (c) un rilevante problema di finanziamento di tali costi, nascosto finora dall’assorbimento dell’Iva nella Tariffa Rifiuti, ma che dovrà essere risolto durante il 2011. Vengono avanzate alcune proposte per evitare le numerose incombenti emergenze. Sono necessarie scelte urgenti e coraggiose: se finora Roma non è andata in crisi sui rifiuti, ciò si deve soltanto alle decisioni di programmazione impiantistica e di copertura finanziaria assunte dalle precedenti amministrazioni del Comune e della Regione. Quelle attuali, invece, non sembrano ancora avere capito, né tantomeno deciso, cosa fare. E questa non è una buona notizia per i cittadini di Roma e del Lazio.

I numeri

I dati 2007-2009 sulla produzione totale di Rifiuti Solidi Urbani per la città di Roma, insieme ai dati rilevanti per la raccolta differenziata, nonché quelli riguardanti i rifiuti indifferenziati trattati o smaltiti direttamente in discarica sono i seguenti:

2007 2008 2009
Totale RSU (1000*t) 1.814 1.761 1.790
Differenziati 305 344 370
% 16,8 19,5 20,7
Indifferenziati 1.509 1.417 1.420
RSU trattati 133 204 129
RSU a discarica 1.376 1.213 1.291

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Non sono ancora disponibili i dati relativi al 2010. E’ comunque da attendersi che la produzione totale di rifiuti possa tornare ai valori del 2007 e che la percentuale di raccolta differenziata si attesti intorno al 22%.

Dal punto di vista economico, l’evoluzione dei costi della gestione del servizio e, di conseguenza, dei corrispondenti valori del gettito tariffario, è la seguente:

2007 2008 2009 2010
Totale gettito tariffario (M€) 486 531 571 630

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Nel 2009, oltre al gettito da tariffa, è stato riconosciuto ad Ama da parte del Comune di Roma un contributo in conto esercizio, per il raggiungimento dell’equilibrio finanziario, pari a 30 milioni. Nel 2010 l’Iva è stata incorporata nella Tariffa Rifiuti: i romani hanno continuato a pagare la stessa TaRi, che però fino al 2009 conteneva il 10% dell’Iva, mentre nel 2010 l’intero importo è stato riconosciuto quale corrispettivo del servizio.

Per quanto riguarda la qualità del servizio, i dati del monitoraggio effettuato dalla Pragma srl per conto della Commissione Comunale di controllo del servizio, mostrano nello stesso periodo un peggioramento del livello di qualità, rappresentato sinteticamente da valori dell’indicatore IQT (media dei dieci indicatori che valutano singoli aspetti del servizio quali la pulizia delle strade, la fruibilità il decoro e la funzionalità dei cassonetti etc.) che presenta la seguente variazione:

2007 2008 2009
IQT 84,4 77,1 76,5

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Nel corso del 2010 l’incarico di monitoraggio è stato affidato ad altra società e i dati relativi a quest’ultimo anno non sono al momento disponili.

In ogni caso, nel 2010, l’Agenzia per il controllo e qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma ha svolto un’indagine di qualità percepita sul servizio di igiene urbana a Roma. Dall’analisi emerge, in sintesi, che:

– “in primo luogo, il livello di soddisfazione per il servizio a Roma è inferiore a quello mediamente rilevato sull’aggregato delle grandi città, con uno scarto pari a -9%”

– “in secondo luogo, dal punto di vista dinamico si osserva un andamento statisticamente significativo sia nel passaggio (negativo) dal 2008 al 2009, sia in quello (positivo) dal 2009 al 2010. Nel 2010 viene infatti registrata un’inversione di tendenza (+12,1% di soddisfazione) che controbilancia quasi del tutto la punta di insoddisfazione del 2009”

Insomma, sulla qualità del servizio, secondo l’Agenzia, siamo nel 2010 agli stessi livelli di due anni fa.

L’andamento degli ultimi anni del servizio di igiene urbana a Roma mostra quindi che:

  • La produzione totale di rifiuti è stabile, se non in lieve calo, per effetto della crisi economica;
  • La percentuale di raccolta differenziata è cresciuta del 2,7% tra il 2007 ed il 2008 ma solo dell’1,2% fra il 2008 e il 2009;
  • Le quantità di rifiuto trattate diminuiscono dal 2008 al 2009 e risultano, in assoluto, modeste rispetto allo smaltimento in discarica che rimane la modalità preponderante;
  • I costi di smaltimento risultano, di conseguenza, praticamente costanti;
  • La qualità complessiva, resa e percepita, del servizio risulta in calo, o perlomeno stazionaria.

A fronte di tutto ciò, il costo del servizio è cresciuto di 144 milioni, ovvero il 29,6% in tre anni. Un incremento difficilmente giustificabile, alla luce della stazionarietà dei volumi prodotti e della qualità del servizio, e addirittura della riduzione dei volumi sui segmenti più costosi del ciclo,e cioè sui rifiuti portati a trattamento.

L’incremento sul 2008 è stato coperto dall’incremento tariffario effettuato dalla precedente amministrazione. L’incremento sul 2010 è stato coperto dal “giochino” sull’Iva.

Peccato che una recente circolare del Ministero dell’economia abbia chiarito che, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale in merito alla natura della Tariffa Rifiuti (riportata nell’alveo dei tributi in quanto “prestazione patrimoniale imposta” e da non considerarsi perciò tariffa di un servizio “di mercato”), l’Iva vada comunque versata. Il Comune di Roma dovrà quindi recuperare e versare allo Stato circa 60 milioni di Iva per il 2010 e caricare ulteriori 60 milioni sulla TaRi nel 2011, a meno di non introdurre rilevanti elementi di correzione nella gestione corrente dell’azienda concessionaria del servizio.

Le linee di azione

L’efficienza sulla gestione corrente dell’Ama appare ineludibile. Ma occorre anche avviare, con assoluta tempestività, una sere di iniziative che, alla luce della obbligatorietà del rispetto delle normative e considerato l’imminente esaurimento della discarica di Malagrotta, consentano di evitare situazioni di collasso del sistema.

In particolare è necessario:

– Dare un serio impulso alla crescita della raccolta differenziata ed in particolare:

  • estendere il porta a porta in nuovi quartieri, ma soprattutto consolidarlo nei quartieri ove è già praticato, in particolare uniformando le modalità di effettuazione del servizio nelle diverse zone. Solo favorendo l’effettivo conferimento dei rifiuti differenziati da parte dei cittadini si può accrescere l’attitudine alla differenziazione e, quindi, raggiungere i massimi livelli di differenziazione (50-60%) ottenibili con la modalità porta a porta;
  • nelle rimanenti zone, mantenere efficiente il sistema di raccolta differenziata stradale (cassonetti bianchi e blu) assicurandone la manutenzione e lo svuotamento;
  • estendere e rafforzare la raccolta differenziata non domestica (carta dagli uffici, organico da mense ristoranti e mercati etc.);
  • accrescere la raccolta delle specifiche frazioni di materiale differenziato solo a valle del potenziamento delle effettiva disponibilità della filiera di trattamento-riutilizzo-smaltimento delle stesse frazioni (impianti multi materiale,impianti di compostaggio etc.)

– Considerata l’imminente entrata in funzione della seconda e terza linea del termovalorizzatore di San Vittore (frutto della programmazione delle precedenti amministrazioni comunale e regionale), con contestuale fermo della prima linea, saranno nei prossimi mesi disponibili, complessivamente, due linee a San Vittore, una linea a Malagrotta e almeno una a Colleferro, con una capacità complessiva di almeno 350.000 t/anno di CDR di cui circa 250-300 mila disponibili per Roma. Occorre pertanto avviare a piena potenzialità le linee di trattamento esistenti a Roma, anch’esse frutto delle decisioni delle precedenti amministrazioni di Comune e Regione (due Colari a Malagrotta e due Ama a Rocca Cencia e al Salario) per assicurare al più presto l’aumento delle quantità di rifiuti indifferenziati trattati dalle attuali 150.000 t/anno a circa 900.000 t/anno. Si potranno così nel breve conferire in discarica meno di un terzo degli attuali quantitativi di rifiuti non trattati, oltre ai materiali non più inquinanti prodotti del trattamento TMB (FOS e scarti).

– Verificare le possibili modalità di riutilizzo della FOS (Frazione Organica Stabilizzata) alternativo al conferimento in discarica, e favorirle anche mediante emanazione di specifiche norme regionali.

– Verificare definitivamente, a valle del pronunciamento del Consiglio di Stato, l’effettiva possibilità di realizzare l’ impianto di Albano, anch’esso frutto delle precedenti programmazioni di Comune e Regione, considerando che solo questo nuovo impianto beneficerebbe del contributo Cip 6, stimabile in circa 30 M€/anno, che si tradurrebbe in identico beneficio sulla tariffa dei romani.

– Verificare la fattibilità tecnica, ambientale ed economico-finanziaria del revamping, potenziamento o ricostruzione degli impianti di Colleferro, per i quali sono terminati gli incentivi Cip6 e che hanno di fatto concluso la loro vita utile.

– Solo a valle di ciò, verificare quindi la effettiva necessità nel breve della realizzazione di un ulteriore impianto di termovalorizzazione, il quale comunque, a normativa vigente, non avrebbe accesso al Cip6 e produrrebbe, al pari degli eventuali nuovi impianti di Colleferro, una ulteriore spinta sui costi.

– Definire nella programmazione regionale le modalità per la determinazione dei prezzi per il trattamento presso gli impianti in modo che possa essere favorita, a beneficio dei cittadini, la realizzazione e l’utilizzo di impianti incentivati e consentita al contempo la remunerazione e quindi la realizzazione degli impianti necessari che non possono beneficiare di incentivi. Tutto ciò senza determinare all’interno della regione disparità di condizioni dei cittadini e dei gestori degli impianti.

– A questo fine, individuare forme di coordinamento obbligatorio tra i diversi gestori degli impianti nel Lazio ovvero procedere verso l’unificazione anche societaria degli stessi, per assicurare l’effettiva efficacia, continuità, sicurezza ambientale ed economicità della gestione.

– Individuare e realizzare la nuova discarica per Roma indispensabile per assicurare, anche a valle della completa realizzazione e attivazione dell’impiantistica di trattamento e termovalorizzazione, lo smaltimento degli scarti dei trattamenti e dei rifiuti non trattabili, nonché per fronteggiare temporanee situazioni emergenziali.

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