di MARCO CAUSI

L’inaugurazione della linea B1 della metropolitana romana è avvenuta alla chetichella, come se lo stesso Sindaco Alemanno, nel tagliare il nastro, si vergognasse.
E in effetti qualche motivo per vergognarsi Alemanno lo ha, visto che l’opera che da oggi migliora le condizioni di mobilità, e quindi di vita, di 250 mila persone, è frutto di un lavoro più che decennale che l’attuale Sindaco non ha avuto l’onestà di riconoscere. Conviene allora rispolverare la memoria: la B1 viene inserita nella programmazione nazionale nel 1999, il piano finanziario approvato dal consiglio comunale nel 2002, la gara indetta dalla giunta comunale nel 2003 e aggiudicata nel 2004, il cantiere aperto nel novembre 2005 e completato nel dicembre 2011. Quattro giunte comunali e diversi governi nazionali, insomma, hanno contribuito alla realizzazione di questa importante opera, ed è davvero sconcertante che gli attuali rappresentanti pro tempore del Campidoglio non vogliano ricordarlo.
Forse Alemanno vuole evitare una domanda imbarazzante. Oggi lui inaugura qualcosa progettata e messa in cantiere nel passato, ma domani a chi capiterà di aprire qualcosa avviata dall’attuale giunta? Probabilmente a nessuno, perché se in qualcosa si è distinto l’attuale Sindaco di Roma è nell’incapacità di dare continuità al lavoro di lunghissima lena necessario per seguire investimenti infrastrutturali così complessi. Gli unici progetti messi in campo negli ultimi quattro anni, i prolungamenti, rischiano di essere ricordati soltanto per la colata di cemento che inonderà la città, poiché si basano su scellerati project finance che promettono valorizzazioni immobiliari per 5,5 milioni di metri cubi, l’equivalente di una città di 55 mila abitanti! Per di più, nelle nuove condizioni economiche, sarà ben difficile che progetti finanziari di questo tipo possano stare in piedi.

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